03 giugno 2020

L'ESTATE DELLA MIA RIVOLUZIONE - ANGELICA GRIVEL SERRA - MONDADORI


Bentornati lettori, esce oggi edito Mondadori, L’estate della mia rivoluzione, libro d’esordio di Angelica Grivel Serra. Lo abbiamo letto in anteprima: venite a vedere cosa ne pensiamo.

IL ROMANZO


Titolo: L'este della mia rivoluzione
Autore/Autrice: Angelica Grivel Serra
Editore: Mondadori
Data di uscita: 03 Giugno 2020
Genere: Narrativa Contemporanea
Pagine:  288
Prezzo cartaceo: 18,00€
Prezzo ebook: 9,99€
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Luce ha diciassette anni e vive con l'adorata madre Valeria in una grande casa sul mare di Cagliari, coccolata dall'amore incondizionato di una famiglia quasi tutta al femminile. Baciata dalla bellezza e da un'intelligenza fuori dal comune, a scuola riesce senza troppi sforzi ma non ha grandi rapporti con i coetanei. A dire il vero, non assomiglia per niente agli adolescenti che la circondano. Perché Luce, nella sua età e soprattutto nel corpo di una ragazza della sua età, non si sente per niente a proprio agio. È come se appartenesse a una declinazione diversa della stessa specie, come fosse fuori sincrono. A differenza dei suoi compagni, infatti, non riesce ad accettare le asperità della metamorfosi, a gustarne la forza e a coglierne tutto il potere. Al contrario, l'immagine che le viene quotidianamente restituita dallo specchio, quel corpo che muta e che la sorprende ogni giorno con particolari nuovi e non richiesti, non la rappresenta. Non più. Le è estranea, sconosciuta, nemica. Un'immagine lontana da come si sente realmente, nel profondo. Ma l'estate che sta per vivere, con gli incontri che costelleranno questa stagione pigra e suadente, potrebbe sorprenderla, offrendole la possibilità di affrontare l'atroce senso di sospensione e incertezza che la avvince, e di compiere quei primi indispensabili, goffi eppure rivoluzionari passi che, pacificandola con il passato, potrebbero permetterle di abbracciare un futuro carico di promesse.


RECENSIONE

Luce è una diciassettenne dotata di delicatezza e profondità d’animo, cresciuta in un ambiente protetto tra adulti che hanno saputo educarla assecondando la sua inclinazione caratteriale, il suo bisogno di solitudine, la passione per la lettura e la scrittura. 
La sua spiccata sensibilità le impedisce di vivere con naturalezza i cambiamenti del suo corpo che sente ormai estraneo. A questo mutamento visibile, si accompagna anche quello interiore, più intimo, nascosto, difficilmente interpretabile da chi non la conosce bene. 
Sono davvero poche le persone di cui Luce si fida e con cui condivide emozioni, sogni, riflessioni. 
La chiusura al mondo esterno deriva in parte dalla consapevolezza di essere un po’ diversa dai suoi coetanei, dalla certezza di quanto sia difficile instaurare un rapporto di complicità con qualcuno che la comprenda davvero e che non si fermi alle apparenze. Luce vuole rispettare la sua natura introspettiva e silenziosa, e consapevolmente sceglie di non cadere nell’omologazione per piacere agli altri.  
Sapere che non mi apparterrà mai la smania del tutto e subito mi fa sentire incredibilmente fortunata. Nonostante il mio essere comunque fuori sincrono rispetto ai tempi irrequieti di adesso che sfrecciano come se schiaffeggiassero tutto, lasciando sgomenti e senza apparenti possibilità di fermate.
Il bisogno di controllare gli eventi, la necessità di seguire una routine, il centellinare le frequentazioni sapendo già cosa cedere di se stessa agli altri e cosa aspettarsi in cambio, sono elementi che nascondono insicurezza e disagio e che impediscono a Luce di lasciarsi andare del tutto. 
Poi però nella sua vita accade qualcosa, un evento a cui è difficile dare un senso e che la costringe a confrontarsi con una nuova forma di dolore. 
La mia testa assume poco a poco le sembianze di una palude in cui vige esclusivamente la cupezza del niente. Ci si materializza solo quella manciata di parole fatali, sotto forma di una stilizzata creatura che aleggia tra le rive remote, per la prima volta davvero immobili, dei miei pensieri.
È nella capacità di gestire questa nuova fase della vita che viene fuori il vero carattere di Luce: il dolore, affrontato con logica e coraggio, sollecita la spinta al cambiamento, smuove nuove riflessioni, muta il punto di vista abituale sulla vita rivelando aspetti prima nascosti. 
È in atto il cambiamento, la rivoluzione appunto e non evoluzione, perché la metamorfosi di Luce nasce dall’esigenza di mettersi in discussione, sfidare i propri limiti, abbattere i pregiudizi e trovare un nuovo equilibrio interiore.  
Questo stato d’animo aperto, la nuova fiducia ritrovata in se stessa, diventano finalmente la fiducia da donare agli altri, magari a qualcuno di speciale che sembra comprendere la sua anima stratificata.

Lo stile di scrittura dell’autrice è interessante e in molte parti mi ha colpito la sua bravura nel creare immagine vivide:  
Il flusso delle giornate procede come sospinto dalla tempra di un vento favorevole. Quasi sera. L’aria dà l’impressione di essere in vena di carezze.
Devo ammettere però che ho trovato difficoltà a stabilire una sintonia con la protagonista principale. Ho cercato di capirla senza giudicarla, ma spesso mi sono sentita chiusa fuori dalla sua vita. Attribuisco questo effetto alla numerosa presenza di termini di raro uso comune che in alcuni momenti, soprattutto quelli in cui ero coinvolta emotivamente, hanno creato una sorta di barriera, quasi una distanza tra me e Luce. 
Normalmente apprezzo l’utilizzo di parole poco usate o che non conosco, credo però che in questo libro siano davvero troppe e di conseguenza hanno appesantito la mia lettura. 
A stupirmi poi non è tanto il fatto che ad utilizzare un linguaggio così forbito sia una ragazza di diciassette anni (il libro è scritto in prima persona), ma che quel linguaggio e alcune espressioni inusuali, siano comuni a quasi tutti i protagonisti, con poche eccezioni. 
La mia non vuole essere una critica sterile e trovo giusto che un’autrice abbia la libertà di scegliere le parole adatte per esprimere un determinato sentimento, un’emozione, un’impressione, saranno poi i lettori a premiare o meno il suo lavoro. 
È stato naturale però fare alcune riflessioni personali sul tema della scrittura e sul bisogno di comunicare. Esistono disparati motivi che spingono le persone ad esprimersi scrivendo e sono moltissime, ma non tutte, quelle che sognano di pubblicare il loro lavoro. Il punto della questione è in quella domanda, spesso considerata banale, ma che racchiude il senso stesso della scrittura:  “Perché scrivo?” e non “Per chi scrivo?”. Perché se è  vero che uno scrittore scrive principalmente per se stesso è anche vero che quando decide di pubblicare un libro, il suo obiettivo probabilmente è di arrivare a quante più persone possibili. 
Perché dico questo? Perché davanti a questi testi il rischio di cadere in banalizzazioni è concreto. Da un lato si può arrivare a pensare che Angelica Grivel Serra abbia voluto far sfoggio dei termini che conosce, dall’altro si può etichettare il lettore come un ignorante in quanto ignora certi termini. Io non appartengo di certo alla schiera di chi pensa che conoscere il significato di “malmostoso” qualifichi una persona come erudita o colta e credo fermamente che la cultura sia altro, e che comunicare in maniera efficace in qualsiasi ambito, richieda esercizio e talento. Un talento che appunto va esercitato affinché lo stile di un autore trovi un punto di contatto con i lettori, senza però snaturarsi. 
Personalmente apprezzo gli scrittori che giocano con le parole creando uno stile unico, magari facendo accostamenti arditi tra sfere sensoriali diverse, ma che riescono con il loro talento a trasmettere quel flusso emotivo che nasce comunque da un’esigenza comunicativa e arriva al lettore, intatto, immediato, diretto, come una valanga di parole e fatti che travolge tutto e lascia senza fiato. 
Ecco, nel libro il coinvolgimento mi è mancato e questo chiaramente non può che essere un parere personale. 
Mi dispiace perché riconosco il talento di questa giovane autrice: emerge nettamente nella costruzione delle frasi, nel ritmo nato dall'accostamento delle parole e in quelle pagine in cui le emozioni dei protagonisti si mostrano chiaramente senza filtri e senza essere ostacolate da termini così inusuali. 
Mi ha molto commosso ad esempio il modo in cui è stato descritto il rapporto tra Luce e la mamma Valeria, personaggio centrale del libro, così come molte tenere sono le scene familiari in cui emerge la forza delle figure femminili, tanto diverse tra loro e descritte in modo da renderle assolutamente reali. 
Per concludere, consiglio la lettura di questo libro a chi ha voglia di avvicinarsi al mondo interiore di tutti quegli adolescenti profondi e sensibili che si distinguono dalla massa. Probabilmente sono in minoranza o forse fanno meno rumore, ma esistono e questo libro ha la possibilità di dare loro una voce.

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