Bentornati lettori, abbiamo il piacere di partecipare al Review Party di “Un amore qualunque e necessario” di Mary Beth Keane. Il romanzo che ha venduto oltre 300 mila copie negli Stati Uniti piazzandosi a lungo ai primi posti nella classifica del "New York Times", arriva in Italia grazie a Mondadori.
IL ROMANZO
Titolo: Un amore qualunque e necessario
Autore/Autrice: Mary Beth Keane
Editore: Mondadori
Data di uscita: 23 Giugno 2020
Genere: Narrativa Contemporanea
Pagine: 432
Prezzo cartaceo: 19,50€
Prezzo ebook: 9,99€
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Kate Gleeson e Peter Stanhope, nati a soli sei mesi di distanza, sono vicini di casa da sempre, in un piccolo sobborgo alle porte di Gillam, vicino a New York. Le loro famiglie non potrebbero essere più diverse: serena quella di Kate, ultima di tre sorelle; difficile quella di Peter, figlio unico di una madre mentalmente instabile e di un padre che non riesce a proteggerlo. Un evento drammatico colpisce irrimediabilmente entrambe le famiglie, segnando le loro vite per sempre, e divide i due ragazzi. Ma la forza del loro legame è più forte di qualsiasi difficoltà, e Kate e Peter cercano, nonostante tutto, di trovare la strada per tornare l'una verso l'altro. "Un amore qualunque e necessario" è una storia di redenzione, fiducia e perdono, che rivela come i ricordi dell'infanzia, filtrati dalla distanza dell'età adulta, possano cambiare. È il racconto di come, se siamo fortunati, la violenza in agguato nella vita di tutti i giorni possa essere sconfitta dal potere dell'amore.
RECENSIONE
Gilliam, New York. 1973. Qualche giorno prima del loro matrimonio, Francis e Lena, chiusi in macchina, osservano dall’esterno quella che diventerà la loro casa in un quartiere tranquillo di una cittadina tranquilla. Francis spera di trovarvi la pace necessaria per staccare dalla frenesia del suo lavoro di poliziotto, Lena invece non apprezza la scelta di vivere in un posto periferico ma accetta la decisione perché conosce talmente bene Francis da comprendere la sua esigenza. La solitudine di Lena viene presto interrotta dall’arrivo di tre figlie e dal trasferimento della famiglia Stanhope nella casa accanto. Due case, due famiglie, pochi passi a dividerle e una distanza incolmabile tra le loro storie, il loro vissuto e il modo in cui vivono la quotidianità. L’esterna voce narrante racconta le vicende che fanno da sfondo all’amicizia tra Peter Stanhope e Kate Gleeson, nati a sei mesi di distanza l’uno dall’altro, prima bambini, poi ragazzi, tanto diversi quanto le famiglie di cui fanno parte. Kate è vivace e spensierata, ha una forte personalità e una famiglia unita, complice e serena. Peter, figlio unico, è invece cresciuto troppo in fretta senza conoscere la spensieratezza dell'infanzia, vittima senza colpa dello squilibrio mentale della madre e della debolezza del padre che non è in grado di proteggerlo.
Peter staccò con calma lo zaino dall’attaccapanni vicino alla porta e se lo mise sulle spalle. D’un tratto si sentì completamente solo. Tutto in quella casa esprimeva solitudine: la vetrinetta scura piena di oggetti fragili che nessuno aveva mai toccato, la pianta finta accanto al divano, la veneziana sghemba alla finestra, un silenzio così violento che gli faceva venir voglia di battersi le mani sulle orecchie.
Il racconto dell’infanzia di Peter mi ha intenerito e spezzato il cuore, l’empatia con questo personaggio è stata immediata: non c'è compassione o pietà da parte mia, ma un'autentica solidarietà. Io ho avuto un'infanzia piena di risate e coccole, totalmente diversa da quella di Peter, eppure immedesimarmi e comprendere la sua fragilità, l’insicurezza, il senso d'impotenza che si porta dentro, è un processo naturale e spontaneo favorito dallo stile di scrittura dell'autrice, semplice, diretto e senza fronzoli. Peter e Kate crescono insieme, frequentano la stessa scuola e con il passare del tempo la loro complicità si rafforza, evolve fino a diventare una "bolla di luce" nel cuore di entrambi. Non potrebbero essere più diversi, eppure le loro anime sono indissolubilmente legate. In questo giovane rapporto interviene ancora una volta lo squilibrio di Anne, la madre di Peter, che prova a separare i due ragazzi. È evidente che la donna necessita di cure specialistiche ma a questa soluzione non può certo arrivare un adolescente; dovrebbe essere il padre di Peter ad intervenire e invece è totalmente inadeguato, assente nonostante la sua presenza sorridente. Le azioni di Anne vengono sempre giustificate ma mai affrontate e intanto le sue condizioni di salute peggiorano. Lo stile di scrittura dell’autrice si adegua alla tensione degli eventi fino al culmine della tragedia che rovina entrambe le famiglie costringendo Peter e Kate alla separazione definitiva. Gli anni passano, i due ragazzi vanno avanti con la loro vita ma non riescono a dimenticarsi, si lasciano trasportare dagli eventi e da una passività che non dovrebbe appartenere ai giovani. Se Kate può continuare a contare sull'affetto della famiglia e degli amici, Peter cresce quasi da solo, senza genitori e amici, sentendosi un peso per lo zio che lo ospita. Sono passaggi dolorosi quelli raccontati in questo libro che ci mostra scene di solitudine e rinunce, confusione e sbandamenti. Nonostante tutto l’amore che non riceve e la convinzione di non essere importante per nessuno, Peter sembra diventare un ragazzo equilibrato, sensibile, più maturo dei suoi coetanei. Il pensiero di Kate lo accompagna per lunghi anni, insieme a tante domande che non hanno risposta e mille sensi di colpa che non merita di provare.
Peter tentava di ricordare com’era vedere Kate ogni giorno, guardare fuori dalla finestra in qualsiasi momento e scorgerla quasi sempre là, in cortile, con le guance arrossate per il freddo o per aver corso. All’inizio, quando era ancora al primo anno o perfino al secondo, pensava a lei ogni volta che poteva. Chiudeva gli occhi e le mandava messaggi con la mente.
In un momento in cui l’istinto vince sulla ragione, finalmente Peter prende una decisione che cambia il corso della storia, lo rende attivo, protagonista della sua vita, amato senza condizioni, eppure non completo.
Cosa manca a Peter per essere davvero felice?
Quanto conta il nostro passato nella definizione di quello che siamo oggi?
Il libro si sofferma su questi aspetti utilizzando i personaggi per sviluppare tematiche delicate come la malattia mentale, l’abbandono, le dipendenze, il rapporto genitori-figli, suscitando una spontanea commozione. Ho adorato ogni parola di queste 432 potenti pagine, scritte con semplicità ma in modo profondo e diretto. Quello che più ho apprezzato è che pur avendo due personaggi principali, l'autrice non li svincola mai dai loro contesti mostrandoci da diversi punti di vista i pensieri, le storie passate e le evoluzioni degli altri protagonisti, con una narrazione in terza persona che sviscera ogni personalità e ogni scelta, spiegando gli eventi senza giudicare. Così conosciamo i sogni di Francis e Lena da giovani, vediamo crescere Peter e Kate, perdoniamo Anne. Si, perdoniamo perché il perdono è l’arma bianca dell’amore e spesso quella “seconda possibilità” che meritiamo di ricevere o donare, diventa l’occasione per recuperare ciò che abbiamo perduto. Non posso che consigliare questo romanzo perché partendo dalle fragilità del cuore umano, Mary Beth Keane racconta le sfumature della fiducia e del perdono, la paura di aver smarrito se stessi, la fatica nella ricerca di un equilibrio interiore, il bisogno di dimenticare il passato ma anche l’esigenza di rinascere accettando quello che è stato. Un libro speciale in cui "l'amore è soltanto una parte della storia”, ma è la parte più importante.
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