29 luglio 2020

SORELLE BRONTË - EMILY, CHARLOTTE E ANNE BRONTË - MONDADORI - HEATHCLIFF, IL FASCINO DEL TORMENTO


Bentornati amici lettori, Mondadori Oscar Draghi celebra le Sorelle Brontë con un nuovo stupendo volume  a loro dedicato. In punta di Carta partecipa al Blog Tour con una tappa sul terribile e tormentato Heathcliff di Cime Tempestose!

IL ROMANZO


Titolo: Sorelle Brontë
Autore/Autrice: Emily, Charlotte e Anne Brontë
Collana: Oscar Draghi
Editore: Mondadori
Data di uscita: 25 Agosto 2020
Genere: Narrativa Classica
Pagine: 780
Prezzo cartaceo: 28,00€
Prezzo ebook: 10,99€
Link di acquisto: Amazon

Da Cime Tempestose, a Jane Eyre, passando per Agnes Grey, fino ai meno noti L'angelo della tempesta, La Signora di Wildfell Hall e Shirley, le tre sorelle Bronte ci hanno lasciato romanzi immortali, capolavori della narrativa ottocentesca pieni di pathos e emozione, ciascuna con la propria voce. A questi romanzi si aggiungono i sublimi versi nei quali rivive tutto il fascino della natura selvaggia delle brughiere dello Yorkshire, tra distese d'erica, roccia e foschia. Questo volume offre l'occasione per riscoprire tre voci femminili originalissime nel panorama letterario, tra incanto, disperazione, e il desiderio insopprimibile di affermare la propria identità.



heathcliff, il fascino del tormento

Su Cime tempestose di Emily Brontë si è detto veramente di tutto: è un classico intramontabile, pubblicato per la prima volta nel 1847, che da generazioni appassiona milioni di lettori in tutto il mondo.  Il libro narra la tormentata storia tra Catherine Earnshaw e Heathcliff, forse un orfano, forse uno zingaro, che il padre di Catherine trova in una strada di Liverpool. Mosso da compassione per quel bimbo sporco, affamato e abbandonato, il signor Earnshaw decide di salvarlo e portarlo con se nella sua casa: Wuthering Heights. Heathcliff diventa a tutti gli effetti un membro della famiglia e cresce insieme a Catherine e al fratello di lei, Hindley. 
Emily Brontë crea un personaggio maschile che già dalle origini è avvolto nel mistero: non sappiamo nulla di Heathcliff bambino, sulla sua famiglia, su cosa gli sia successo o come sia sopravvissuto. La sua descrizione fisica però è ben delineata: “scuro come se venisse dal diavolo” ma anche “sporco e cencioso”. 
Inizialmente Heathcliff non viene accolto bene dalla sua nuova famiglia, ma mentre Catherine con il tempo si affeziona a lui, il fratello Hindley matura una gelosia malsana nei suoi confronti. Heathcliff e Catherine hanno la stessa natura indomita, selvaggia e ribelle, diventano inseparabili e gradualmente il loro rapporto di amicizia si trasforma in amore. 
Alla morte del signor Earnshaw, Hindley diventa padrone di Wuthering Heights e fa di tutto per allontanare Catherine e Heathcliff; umilia quest’ultimo per mettere in evidenza la differente estrazione sociale dei due ragazzi, fa di lui un servo rozzo, maleducato, non istruito. 
Non voglio svelare altro della trama ma era necessario fare questa premessa per comprendere la natura complessa di questo personaggio così rabbioso e vendicativo. Ho letto spesso romanzi in cui i protagonisti maschili rappresentano degli eroi e, in quanto tali, incarnano perfettamente valori importanti come l’onestà, la lealtà, il coraggio. Anche in quelle storie in cui il protagonista è inizialmente cattivo, antipatico o calcolatore, accade qualcosa che riesce a cambiarne la natura, conquistando la felicità, il pubblico e l’happy end. 
Heathcliff no. È violento, vendicativo, usa le persone, gode nel rovinare gli altri e non vuole assolutamente redimersi e rimediare al male fatto. Per questi motivi è stato spesso definito un antieroe o un eroe negativo, malvagio fino alla fine, eppure, nonostante questo, il personaggio ha riscosso un notevole successo. Anni fa mi sono chiesta da dove scaturisse il fascino di quest’uomo così immorale e ho cercato di analizzare quest’opera cercando di capire quale messaggio Emily Brontë avesse voluto darci, cosa l’ha spinta a raccontarci una storia a tratti angosciante. La prima risposta che mi sono data è che parte del successo di Heathcliff sia da attribuire al modo in cui Emily Brontë lo descrive in alcuni momenti della storia. Proprio all’inizio del libro, subito dopo aver dato dimostrazione di quanto sia arrogante e villano, ritroviamo Heathcliff disperato e in lacrime per la sua amata Catherine e già in quel preciso momento, prima ancora di conoscere il resto, sappiamo con certezza che Heathcliff è in grado di provare sentimenti diversi dall’odio. Grazie alla numerosa presenza di flash - back all’interno del libro, conosciamo anche Heathcliff bambino, impaurito in una casa che non è la sua, tra estranei che lo deridono e lo maltrattano. Racconta a tal proposito la governante Nelly:
La signorina Cathy e lui diventarono inseparabili, ma Hindley lo odiava, e a dir la verità anch’io: lo tormentavamo e ci comportavamo in modo vergognoso con lui. 
Heathcliff viene quindi ingiustamente calpestato nella sua dignità fino a mostrarsi “indurito dai maltrattamenti”. Nel raccontarci cosa è accaduto nella sua vita, Emily Brontë non fa mai di Heathcliff una vittima, anzi. Lo inasprisce, lo avvelena, fa di lui un uomo malvagio, pazzo di amore e gelosia ma gli rende giustizia dandogli coerenza. Non tace nulla, non giudica, non esalta, ma porta il lettore a farsi un’idea precisa delle dinamiche di causa ed effetto che hanno generato il piano vendicativo di Heathcliff. Se avesse voluto, avrebbe trovato un modo per far redimere il personaggio e invece sembra che voglia dirci: “Ecco, questo è Heathcliff ed è così che lui sa amare e odiare”. Perché è vero, Heathcliff è vittima di un amore folle, animalesco, viscerale che si spinge fino all’ossessione e alla pazzia, ma è anche in grado di odiare allo stesso modo e con uguale intensità. Ama Catherine più della sua stessa vita, ma poiché non può averla, inizia ad odiarla più della sua stessa vita. 
In questo romanzo sono presenti diversi dettagli raccapriccianti e macabri, ma se l’obiettivo di Emily Brontë era quello di mostrarci cosa accade agli uomini quando si lasciano andare alle passioni morbose, incontrollate e istintive, a mio parere Heathcliff è il simbolo di questa passione irrazionale, distruttiva e autodistruttiva. 
Prova contemporaneamente amore, odio, e rancore ma ne annulla i confini, mischia vendetta e piacere, poi ci si nutre, si lascia consumare fino a diventarne succube, dipendente e infine vittima. 
È questa sua capacità di abbandonarsi all’amore con tutto se stesso, fino alla morte e oltre la morte, che ha probabilmente alimentato il fascino dell’uomo tormentato, stregato, misterioso, succube di un amore impossibile e disposto a sacrificare anche la vita di altre persone per raggiungere il suo scopo. 
Il mondo intero non è altro che una terribile collezione di ricordi del fatto che lei è esistita e che io l’ho perduta!
Leggo spesso pareri contrastanti su Heathcliff e diverse volte è stato detto che si tratta di uno di quei personaggi che o si ama o si odia. Dopo la mia terza rilettura di Cime tempestose, ho deciso semplicemente di accettarlo così com’è, un essere imperfetto, che ama in modo imperfetto ma che ama nell’unico modo che conosce, l’unico perfetto per lui.

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