10 settembre 2020

APPROFONDIMENTO SERIE ÈLITE DI LAURELIN PAIGE - SABRINA


Bentornati lettori, nei giorni scorsi ho recensito Èlite – Amore e potere, edito da Always Publishing, secondo e conclusivo volume di Laurelin Paige dedicato alla storia tra Donovan e Sabrina. Come la stessa autrice ha specificato, il romanzo è liberamente ispirato a “Sabrina Fair - A Woman of the World”, una commedia romantica scritta da Samuel A. Taylor e  portata in scena a Broadway dalla compagnia Playwrights' Company. Da quest’opera nasce, con qualche variante rispetto alla trama originale, l’adattamento cinematografico del film Sabrina del 1954, diretto da Billy Wild e interpretato dalla bravissima Audrey Hepburn. Il successo di Èlite diventa una buona occasione per farvi fare un viaggio indietro nel tempo e portarvi nel magico mondo degli anni cinquanta, tra auto di lusso, feste scintillanti, vestiti splendidi e un amore inaspettato: il mondo di Sabrina.

IL FILM

Titolo: Sabrina
Anno: 1954
Genere: Commedia, Sentimentale
Durata: 113 min
Paese: USA
Distribuzione: Paramount
Regia: Biully Wilder
Soggetto: dal lavoro teatrale Sabrina Fair Samuel A. Taylor
Sceneggiatura: Samuel A. Taylor, Billy Wilder, Ernest Lehman
Fotografia: Charles Lang Jr
Montaggio: 
Arthur P. Schmidt
Musiche: 
Frederick Hollander
Scenografia: Hal Pereira, Walter H. Tyler
Costumi: Edith Head e (non accreditato) Hubert de Givenchy
Trucco: Wally Westmore
Cast: Hepburn, William Holden, Humphrey Bogart, Walter Hampden, Martha Hyer


Sabrina Fairchild (Audrey Hepburn) è figlia dell’autista della ricca famiglia Larrabee di Long Island. Da sempre è innamorata del più giovane dei figli, David (William Holden) amante delle donne e del divertimento e che non degna Sabrina di uno sguardo. Il padre di Sabrina, stanco di vedere la figlia soffrire per questo amore non corrisposto, decide di iscriverla ad una scuola di cucina a Parigi, sperando che la lontananza da casa le permetta di dimenticare David. Dopo due anni a Parigi, Sabrina torna a Long Island completamente trasformata nel comportamento e nel look. Adesso è una donna sofisticata ed elegante, sicura di se stessa e consapevole della sua bellezza. Non ha affatto dimenticato David che finalmente la nota e s’innamora di lei.  La famiglia Larrabee  si oppone a questa storia non soltanto perché i due appartengono a classi sociali diverse, ma soprattutto perché David sta per sposare  Elizabeth, una ricchissima ereditiera. Il matrimonio è stato combinato da Larry (Humphrey Bogart), fratello maggiore di David e grande uomo d’affari, che tenta di ingannare Sabrina al fine di allontanarla da David. Come in tutte le più belle storie d’amore però, il destino ha per Larry dei piani molto diversi.

approfondimento

Questo film è una classica favola che vede Audrey Hepburn nei panni di una Cenerentola degli anni Cinquanta, diretta dal bravissimo Billy Wilder, padre della commedia brillante americana, regista di capolavori come Viale Del Tramonto, A qualcuno piace caldo e Quando la moglie è in vacanza.
Una fiaba quindi, introdotta dalla voce fuori campo della Hepburn che con il classico “C'era una volta..”, ci porta a conoscere la vita della famiglia Larrabee all’ interno della lussuosa villa di Long Island. La malinconia con cui Sabrina osserva in disparte le feste eleganti e l’uomo di cui è innamorata, David, alle prese con il corteggiamento di altre fanciulle, è una costante di tutta la prima parte del film. Anche a Parigi almeno inizialmente, Sabrina non riesce a concentrarsi sulle lezioni di cucina e continua a pensare al suo amore lontano. Poi però, dentro lei, succede qualcosa che la porta a capire che la vita va vissuta e non sprecata restando nascosta in un angolo. Il cambiamento interiore della protagonista è seguito da quello estetico e così Sabrina si lascia alle spalle la ragazza ingenua e un po’ goffa per trasformarsi in una giovane bellissima e alla moda, sofisticata e molto sicura di se. 



Il ritorno di Sabrina a Long Island, scombussola i piani della famiglia Larrabee che sta organizzando il matrimonio di David con la ricca Elizabeth Tyson e che porterà vantaggi economici ad entrambe le famiglie. Sabrina però questa volta non ha timore, consapevole del suo fascino vuole giocare le sue carte per conquistare David. L’uomo s’invaghisce di lei ma la loro storia viene ostacolata dal rigido fratello Larry, dedito agli affari e non interessato in nessun modo a farsi una famiglia propria. Eppure tutti i momenti che Larry e Sabrina condivideranno, saranno fondamentali per far emergere la vera natura di entrambi. 
«Come si dice in francese: Mio fratello ha una deliziosa ragazza?». «Mon frère a une gentille petite amie.» «E come si dice vorrei essere mio fratello?»
Potrebbe sembrare all’apparenza il classico film mieloso e sentimentale visto e rivisto, invece Sabrina è pura magia. Una magia che ha visto nascere realmente una breve ma intensa storia d’amore tra Audrey Hepburn e William Holden, terminata alla fine delle riprese. Il bravissimo Billy Wilder è riuscito ad incastrare in un equilibrio perfetto, dialoghi brillanti e profondi con gag divertenti e sofisticate, spesso assegnate a protagonisti secondari che risultano credibili e riescono a strapparci una risata. Questo ha permesso al film di non risultare stucchevole e troppo sdolcinato. 
La fotografia con le bellissime scene in bianco e nero (famosa quella della luna piena), contribuisce alla costruzione di questa atmosfera sognante grazie al talento di Charles Bryant Lang Jr, già vincitore dell’Oscar  alla migliore fotografia nel 1932 per il film Addio alle armi. 
In questo clima fiabesco s’inseriscono perfettamente i costumi scelti da Edith Head. Sono rimasti celebri i tre abiti realizzati a Parigi appositamente per la Hepburn da Hubert de Givenchy. Il fatto curioso è che il nome di Givenchy non compare tra quelli annoverati nei titoli di coda, nonostante il film abbia vinto l’Oscar vinto proprio per i Migliori Costumi. Da questo primo incontro però tra Audrey Hepburn e Givenchy nasce un sodalizio artistico tra i più importanti del XX secolo e soprattutto una splendida amicizia durata oltre quarant’anni, fino alla morte dell’attrice nel 1993. Givenchy ha infatti realizzato altri bellissimi abiti per la Hepburn, da lei indossati in momenti importanti della sua vita personale o realizzati per altri film, tra i quali l’indimenticabile tubino nero di Colazione da Tiffany.

«I suoi sono gli unici vestiti in cui sono me stessa. È molto più di un couturier, è un creatore di personalità.»
La colonna sonora del film è curata da Frederick Hollander. Due brani si ripetono spesso in diversi momenti, cantate e fischiettate dai personaggi oppure presenti solo in versione strumentale. Si tratta di “Isn’t it romantic?”, celebre canzone americana interpretata da diversi artisti e di cui restano due splendide versioni di Ella Fitzgerald e Rod Stewart e “La Vie en Rose” di Edith Piaf, suonata dall’orchestra e cantata dalla Hepburn quando si trova in auto con Larry.

Colonna Sonora:
  • Prélude - Frederick Hollander
  • La Vie en Rose - Édith Piaf
  • Boola Boola - Allan M. Hirsch
  • Dream Girl - Jay Livingston Ray Evans
  • I Don't Want to Walk Without You - Jule Styne
  • Isn't It Romantic? - Richard Rodgers, Lorenz Hart
  • Lover - Richard Rodgers
  • My Ideal - Richard A. Whiting, Newell Chase
  • My Silent Love - Dana Suesse
  • Shadow Waltz - Harry Warren
  • Yes! We Have No Bananas - Frank Silver, Irving Cohn 

Il film riceve sei Nomination agli Oscar: per Miglior Regia, Miglior Attrice, Miglior Sceneggiatura non originale, Miglior Fotografia, Miglior Scenografia e Migliori Costumi, vincendo come già detto la statuetta per quest'ultima categoria. Un capolavoro quindi, nonostante il clima sul set non fosse sempre sereno a causa dell’atteggiamento di Humphrey Bogart e delle sue frequenti liti con il regista. Bogart non si sentiva adatto al ruolo, contestava spesso la sceneggiatura non ancora terminata quando iniziarono le riprese. Questo contribuì a creare uno stress sul set che poteva essere gestito solo da professionisti di quel calibro. La loro carriera è stata premiata con una stella sulla celebre Walk of Fame.


Incredibile è l’interpretazione di Audrey Hepburn, una bellezza semplice, elegante ed aggraziata, lontana dalla fisicità prorompente di alcune dive di quel periodo. L’immediatezza,  l’empatia, l’eleganza ed il carisma della Hepburn, hanno reso Sabrina un personaggio facilmente comprensibile in cui è facile immedesimarsi. Un personaggio senza tempo, come il film del resto, protetto dal fascino del bianco e nero che ha il potere di congelare questa storia, lasciandone intatta la magia. Un film che rende nostalgico ogni sorriso che ci regala.



In merito ad Èlite...
Non è mia intenzione fare un confronto tra la storia della Peige e il film Sabrina, tuttavia trovo interessante il tentativo dell’autrice di mantenersi in parte fedele al carattere dei personaggi principali. Così Weston King si ispira a David, divertente e amante delle belle donne e lo ricorda molto in quella sua libertà priva di doppi fini. Weston è chiaro, limpido e non tenta di ingannare nessuno. Si tratta di due uomini molto affascinanti di cui è facile innamorarsi. 
Anche la Sabrina creata dalla Paige ricorda il personaggio del film, già dall’inizio quando viene descritta come insicura, romantica e sognatrice. Come nel film, anche nel libro Sabrina resta in disparte a spiare l’ uomo di cui è innamorata, un uomo che ha idealizzato, che non conosce davvero e che non conosce lei. Il distacco fisico e temporale dai due ragazzi, in entrambi le opere, coincide con la trasformazione della protagonista in una donna più sicura e consapevole.
Donovan e Larry, sono ugualmente chiusi, distaccati, duri e dediti al lavoro ma il loro modo di rapportarsi con le donne e con Sabrina in particolare, è molto diverso. Non voglio anticipare niente sul libro ma posso dire che Donovan ha tantissime sfaccettature ed è capace di compiere azioni che, per ovvie ragioni, nel film non ci sono e che grazie alla bravura di Laurelin Paige, riusciamo a perdonare. Alcuni dettagli del libro sono riprese dalle scene del film e uno di questi, ambientato nell’ufficio di Larry, mi ha fatto sorridere. 
Ci sono delle differenze tra Èlite e il film Sabrina, ed è giusto che sia così. Laurelin Paige ha preso spunto dalla trama generale trasformandola per dare voce a personaggi e vicende più complesse. E a mio parere ci è riuscita bene.

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