Buongiorno Readers, oggi parliamo del nuovo romanzo di Melissa Panarello, "Cuori arcani", in uscita oggi grazie a Mondadori. Un romanzo che da fiera e orgogliosa siciliana non potevo di certo farmi sfuggire, perché parla della mia isola, delle antiche e ancora oggi controverse leggende della mia terra... E perché beh, ero davvero curiosa di leggerlo!
IL ROMANZO
Autore/Autrice: Melissa Panarello
Collana: Chrysalide
Editore: Cigno Nero Editore
Data di uscita: 14 Maggio 2020
Genere: Narrativa Contemporanea
Pagine: 192
Prezzo cartaceo: 18,00€
Prezzo ebook: 9,99€
Link di acquisto: Amazon
Questo devi sapere. Primo: non c'è futuro senza presente e non c'è presente senza passato. Secondo: la prima risposta è sempre quella giusta. Terzo: non sempre quello che serve è quello che vuoi. Alla scomparsa della nonna Angela, Greta rimane sola al mondo. Perciò, in attesa di diventare maggiorenne, è costretta a lasciare il luogo in cui è cresciuta, a Catania - dove tutto, dai soffitti affrescati al profumo di scorze d'arancia che aleggia nelle stanze, le ricorda l'amore avvolgente della nonna -, e a trasferirsi in una casa famiglia che si trova in un piccolo paese alle pendici dell'Etna. Delle cose appartenute ad Angela, Greta porta con sé solo pochi oggetti, tra cui un mazzo di strane carte avvolte in un panno di velluto, i suoi Tarocchi. Non appena arrivata nella sua nuova casa, si imbatte in Arturo, un ragazzo dall'aria misteriosa - capelli neri di seta, occhi spietati e bellissimi e una bocca rossa come se avesse appena spalmato del sale sulle labbra - che la ammalia dal primo istante. Un ragazzo che sembra leggerle dentro come mai nessuno prima, del quale però nessuno nella sua nuova famiglia sembra sapere nulla. Una creatura dall'apparenza forte e al contempo estremamente fragile come se, al solo toccarlo, potesse rompersi in mille pezzi. E, soprattutto, con un destino crudele davanti a sé al quale solo lei sembra in grado di opporsi. Ma per farlo, Greta dovrà prima imparare a conoscere profondamente se stessa, liberandosi delle proprie paure. E, chissà, forse proprio nelle strane carte ereditate dall'amata nonna è indicata la strada per riuscirci...
RECENSIONE
Chi è Melissa Panarello, e perché ero cosa curiosa di leggerla? Ve lo dico subito:
Melissa Panarello, nata a Catania nel 1985, pubblica il primo romanzo a diciassette anni. Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire diventa un bestseller internazionale vendendo tre milioni di copie in 42 paesi.
Da allora ha pubblicato L'odore del tuo respiro, In nome dell'amore, Tre, Vertigine, In Italia si chiama amore e La Bugiarda.
È stata nel cast del programma tv "Victor Victoria" in cui faceva i tarocchi agli ospiti. Ha collaborato con: "Il Fatto Quotidiano", "Sette", "Gli Altri", "Max", "Il Giornale". È astrologa per il settimanale "Grazia", edizione italiana e spagnola. È Sagittario ascendente Scorpione.
Adesso capirete sicuramente perché ero tanto curiosa; di suo ho letto l'indimenticabile Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire, e nonostante siano passati tanti anni, lo ricordo ancora, non tanto per il tema trattato ma per la scorrevole leggerezza con cui lo avevo divorato.
Mi aveva già colpito all'epoca il suo stile, diretto, anche troppo, disinvolto e vivace.
In questo romanzo, in cui ha reso omaggio alla sua terra e alla grande signora della Sicilia, l'Etna, Melissa Panarello parla anche di una delle sue più grandi passioni, l'astrologia e i tarocchi, ma non solo, perché il suo ritorno alle origini è affiancato ad una delle leggende più oscure e antiche della tradizione popolare siciliana, quelle delle "donni di notti".
Ed di loro che voglio parlarvi; qui, nella mia zona le chiamiamo "le belle di notte", in altre invece vengono riconosciute come "le donne di notte" o ancora "le donni di fuora", famose perché attratte dalle cose belle, ordinate, e per la loro attitudine a giocare con i bambini, soprattutto neonati.
Qui vi riporto un po' di informazioni su di loro:
"La leggenda racconta che le donne di fuora fossero dotate di straordinaria bellezza, estremamente ordinate, composte e dedite alla cura dei figli e della casa; sono ricordate come esseri soprannaturali, dalle virtù straordinarie e dotate di un forte senso della giustizia.
Secondo la leggenda, nel segreto della notte, le belle signore, si dissociano dal proprio corpo materiale e, sotto forma di spirito, escono dalle loro case per incontrarsi in concilio, per far visita agli spiriti dell’aldilà per ricevere consigli e risposte o per sollazzare lo spirito di qualche prescelto.
Tra le strade del più antico mercato di Palermo, il mercato di Ballarò, sorge una torre, che secondo la leggenda popolare è il luogo dove le belle signore abitavano o si riunivano. Qui, secondo la tradizione, le donne di fuora portavano gli uomini e le donne che rapivano durante la notte coinvolgendoli in balli propiziatori, banchetti e divertimenti per poi riaccompagnarli prima dell’alba nelle loro case. Esse li conducevano lontano, li portavano al mare e li facevano camminare sull’acqua senza che si bagnassero.
Al risveglio, ai prescelti restava una piacevole sensazione di beatitudine e serenità e la sensazione di aver fatto un bel sogno, così come le belle signore alle prime luci dell’alba si dissolvono in immagini oniriche.
La piazzetta di Palermo dove sorge la torre prende ancora oggi il nome di Cortile delle Fate, proprio in ricordo delle 7 bellissime fatte che secondo la leggenda abitavano il curtigghio di Palermo.
Secondo altre storie del folklore dell’isola, le donne di fuora erano 33 potenti creature che lasciato il corpo materiale, vagavano sotto forma di spiriti per raggiungere la Grande Madre, chiamata anche Mamma Maggiore o Fata Maggiore, loro sovrana, e lì si riunivano in concilio per scambiarsi consigli, auspici, proporre premi e castighi.
Secondo alcune storie della tradizione isolana, la Grande Madre sarebbe la Fata Morgana e, in effetti, c’è un accordo rispetto alla storia di entrambe le fate dell’immaginario popolare e la città di Messina dove, si dice, abitassero entrambe.
Narra la leggenda che per attrarre la visita di una bella signora e per riceverne così la benedizione, dopo aver messo minuziosamente in ordine la propria casa, bisognava bruciare, entro la mezzanotte, incenso, alloro o rosmarino e pronunciare una particolare formula che ne dichiarava l’attesa. Attratta dai profumi della casa la donna di fuora faceva quindi il suo ingresso nella casa passando dal buco della serratura o dallo spioncino della porta in modo del tutto invisibile e segreto. Se accolta con l’offerta di banchetti prelibati, musiche e balli, secondo la leggenda la bella signora avrebbe ricambiato la buona ospitalità propiziando salute e fortuna alla casa e ai suoi abitanti.
Nella tradizione culturale siciliana, la visita delle belle signore poteva essere testimoniata dalle trizzi di donna, le trecce di donna, nome con il quale ancora oggi in alcune località dell’isola si descrivono gli arruffamenti dei sottili capelli con i quali i bambini si svegliano al mattino.
Nella località di San Carlo, a Chiusa Sclafani, per esempio, le trecce di donna erano doni che le vecchie matrone offrivano alle giovani madri; intrecciando i capelli dei loro bambini esse ne celebravano con gioia l’arrivo e la presenza in casa.
I trizzi di donna testimonierebbero, secondo il mito, il legame magico tra la terra dei vivi e quella degli spiriti e solo le donne di fuora possono sciogliere le trecce quando lo riterranno opportuno, per questo è ancora oggi usanza non tagliarle e lasciare che si sciolgano con il tempo."
È una leggenda controversa, di cui ognuno da la sua interpretazione. C'è chi ci crede per sentito dire, c'è chi invece ha avuto esperienze dirette in merito. Io? io sto nel mezzo, ma si, ci credo, perché mio padre ha avuto un bel po' di incontri ravvicinati con queste belle donne... spiegarvi le modalità e soprattutto i motivi per cui secondo la mia famiglia gli hanno fatto visita, sarebbe troppo personale e un po' complicato, diciamo anche che rischiereste di scambiarmi per pazza, un po' come succede a Greta nel romanzo.
Da allora ha pubblicato L'odore del tuo respiro, In nome dell'amore, Tre, Vertigine, In Italia si chiama amore e La Bugiarda.
È stata nel cast del programma tv "Victor Victoria" in cui faceva i tarocchi agli ospiti. Ha collaborato con: "Il Fatto Quotidiano", "Sette", "Gli Altri", "Max", "Il Giornale". È astrologa per il settimanale "Grazia", edizione italiana e spagnola. È Sagittario ascendente Scorpione.
Adesso capirete sicuramente perché ero tanto curiosa; di suo ho letto l'indimenticabile Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire, e nonostante siano passati tanti anni, lo ricordo ancora, non tanto per il tema trattato ma per la scorrevole leggerezza con cui lo avevo divorato.
Mi aveva già colpito all'epoca il suo stile, diretto, anche troppo, disinvolto e vivace.
In questo romanzo, in cui ha reso omaggio alla sua terra e alla grande signora della Sicilia, l'Etna, Melissa Panarello parla anche di una delle sue più grandi passioni, l'astrologia e i tarocchi, ma non solo, perché il suo ritorno alle origini è affiancato ad una delle leggende più oscure e antiche della tradizione popolare siciliana, quelle delle "donni di notti".
Ed di loro che voglio parlarvi; qui, nella mia zona le chiamiamo "le belle di notte", in altre invece vengono riconosciute come "le donne di notte" o ancora "le donni di fuora", famose perché attratte dalle cose belle, ordinate, e per la loro attitudine a giocare con i bambini, soprattutto neonati.
Qui vi riporto un po' di informazioni su di loro:
"La leggenda racconta che le donne di fuora fossero dotate di straordinaria bellezza, estremamente ordinate, composte e dedite alla cura dei figli e della casa; sono ricordate come esseri soprannaturali, dalle virtù straordinarie e dotate di un forte senso della giustizia.
Secondo la leggenda, nel segreto della notte, le belle signore, si dissociano dal proprio corpo materiale e, sotto forma di spirito, escono dalle loro case per incontrarsi in concilio, per far visita agli spiriti dell’aldilà per ricevere consigli e risposte o per sollazzare lo spirito di qualche prescelto.
Tra le strade del più antico mercato di Palermo, il mercato di Ballarò, sorge una torre, che secondo la leggenda popolare è il luogo dove le belle signore abitavano o si riunivano. Qui, secondo la tradizione, le donne di fuora portavano gli uomini e le donne che rapivano durante la notte coinvolgendoli in balli propiziatori, banchetti e divertimenti per poi riaccompagnarli prima dell’alba nelle loro case. Esse li conducevano lontano, li portavano al mare e li facevano camminare sull’acqua senza che si bagnassero.
Al risveglio, ai prescelti restava una piacevole sensazione di beatitudine e serenità e la sensazione di aver fatto un bel sogno, così come le belle signore alle prime luci dell’alba si dissolvono in immagini oniriche.
La piazzetta di Palermo dove sorge la torre prende ancora oggi il nome di Cortile delle Fate, proprio in ricordo delle 7 bellissime fatte che secondo la leggenda abitavano il curtigghio di Palermo.
Secondo altre storie del folklore dell’isola, le donne di fuora erano 33 potenti creature che lasciato il corpo materiale, vagavano sotto forma di spiriti per raggiungere la Grande Madre, chiamata anche Mamma Maggiore o Fata Maggiore, loro sovrana, e lì si riunivano in concilio per scambiarsi consigli, auspici, proporre premi e castighi.
Secondo alcune storie della tradizione isolana, la Grande Madre sarebbe la Fata Morgana e, in effetti, c’è un accordo rispetto alla storia di entrambe le fate dell’immaginario popolare e la città di Messina dove, si dice, abitassero entrambe.
Narra la leggenda che per attrarre la visita di una bella signora e per riceverne così la benedizione, dopo aver messo minuziosamente in ordine la propria casa, bisognava bruciare, entro la mezzanotte, incenso, alloro o rosmarino e pronunciare una particolare formula che ne dichiarava l’attesa. Attratta dai profumi della casa la donna di fuora faceva quindi il suo ingresso nella casa passando dal buco della serratura o dallo spioncino della porta in modo del tutto invisibile e segreto. Se accolta con l’offerta di banchetti prelibati, musiche e balli, secondo la leggenda la bella signora avrebbe ricambiato la buona ospitalità propiziando salute e fortuna alla casa e ai suoi abitanti.
Nella tradizione culturale siciliana, la visita delle belle signore poteva essere testimoniata dalle trizzi di donna, le trecce di donna, nome con il quale ancora oggi in alcune località dell’isola si descrivono gli arruffamenti dei sottili capelli con i quali i bambini si svegliano al mattino.
Nella località di San Carlo, a Chiusa Sclafani, per esempio, le trecce di donna erano doni che le vecchie matrone offrivano alle giovani madri; intrecciando i capelli dei loro bambini esse ne celebravano con gioia l’arrivo e la presenza in casa.
I trizzi di donna testimonierebbero, secondo il mito, il legame magico tra la terra dei vivi e quella degli spiriti e solo le donne di fuora possono sciogliere le trecce quando lo riterranno opportuno, per questo è ancora oggi usanza non tagliarle e lasciare che si sciolgano con il tempo."
(Fonte: www.nuoveverrine.it)
È una leggenda controversa, di cui ognuno da la sua interpretazione. C'è chi ci crede per sentito dire, c'è chi invece ha avuto esperienze dirette in merito. Io? io sto nel mezzo, ma si, ci credo, perché mio padre ha avuto un bel po' di incontri ravvicinati con queste belle donne... spiegarvi le modalità e soprattutto i motivi per cui secondo la mia famiglia gli hanno fatto visita, sarebbe troppo personale e un po' complicato, diciamo anche che rischiereste di scambiarmi per pazza, un po' come succede a Greta nel romanzo.
In Cuori arcani vengono presentate come donne di pace, e la maggior parte delle volte lo sono ma so per certo che è meglio non disturbarle, soprattutto quando giocano con i bambini, ed è sempre meglio tenere a mente di non disfare ma le loro trecce... se dovesse succedervi, ricordatelo!
Spero di non averi messo paura e spero di non avervi annoiato ma capitemi, quando leggo di storie della mia terra perdo completamente la cognizione del tempo e dimentico il motivo per cui ho iniziato a scrivere l'articolo.
Tornando al romanzo, ho voluto concentrarmi sulle "donni di notti" tralasciando la trama, per incuriosirvi, d'altronde oltre la sinossi non posso andare altrimenti rischierei di fare spoiler ma davvero ragazze, parlandovi di loro vi ho già detto molto.
Sarò di parte, e forse è un po' così, ma vi posso assicurare che questo romanzo merita davvero; è un romanzo a metà tra la narrativa e il fantasy (mica poi tanto), ricco di magia, tradizioni popolari e l'incredibile potenza del legame familiare a farne da sfondo.
A incorniciare il tutto la maestosità della nostra signora Etna, con i suoi suggestivi sbuffi e i suoi caratteristici colori, magistralmente descritti dalla Panarello.
Vi ho almeno un po' incuriosite? Se si, e se lo leggerete, vi prego, fatemi sapere cosa ne pensate, e se avete domande o curiosità che vorrete soddisfare non esitate a contattarmi.
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