02 ottobre 2020

IL GIORNO DOPO IL LIETO FINE - ALICE CHIMERA - SEGRETI IN GIALLO EDIZIONI


Buon pomeriggio amici lettori, oggi vi parlo di un libro singolare, un romanzo che scombina e stravolge il lieto fine delle favole che tanto abbiamo amato, rendendole più reali, più vicine a noi comuni mortali. 
Sto parlando del nuovo romanzo di Alice Chimera, "Il giorno dopo il lieto fine", uscito il 30 Luglio per Segreti in giallo edizioni. 

IL ROMANZO


Titolo: Il giorno dopo il lieto fine
Autore/Autrice: Alice Chimera
Editore: Segreti in giallo Edizioni
Data di uscita: 30 Luglio 2020
Genere: Fiabe gotiche/Horror
Pagine: 270
Prezzo cartaceo: 12,00€
Prezzo ebook: 2,99€
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Nessun lieto fine. Detto così suona assai traumatico. Ma se le favole non fossero proprio come ce le raccontano quando siamo bambini?Cosa accadde realmente subito dopo il classico "happy end"?

Ce lo racconta Alice Chimera. Partendo dal noto finale disneyano, scopriremo cosa la sorte ha riservato alle varie protagoniste.
Le mele diverranno una vera e propria persecuzione per Biancaneve; Cenerentola si troverà sposata a un principe che la considera un giocattolo sessuale; Ariel non è diventata davvero umana e non potrà avere figli; Jasmine rimpiangerà la libertà perduta; Alice, che avrebbe voluto crescere e diventare donna, si ritroverà a rimpiangere il Paese delle Meraviglie e la spensieratezza dell’infanzia…

Alcune note esplicative accompagnano le favole e ne approfondiscono gli aspetti originari che hanno ispirato i lungometraggi.

Recensione
In quella terra lontana lontana, in cui le favole nascono e tramontano come il sole, non c'è storia che per voi ascoltatori non giunga al fine con il suo "...e vissero felici e contenti"; ma io, cantastorie giramondo, vi dico che le cose non vanno mai a finire così bene. 
Questo il mood del romanzo, perché ammettiamolo, ci siamo sempre chieste cosa accade una volta girata l'ultima pagina e una volta che il principe sposa la sua principessa, così come nei classici happy ending.

Alice Chimera ce lo racconta, partendo appunto dal finale che noi tutti conosciamo e trasformando le vite di sette delle più famose protagoniste delle fiabe più amate in vite comuni. 
Mantenendo le ambientazioni originali, l'autrice continua le storie delle nostre principesse rendendole più umane, tingendole di nero. Più dark, più macabre e gotiche, eliminando però gli elementi magici e facendo scontrare la vita felice e patinata che tutte sognano con la dura realtà di tutti i giorni, con le paure, le insicurezze e la noia della vita quotidiana.

Ogni racconto è poi seguito da una nota esplicativa in cui l'autrice approfondisce alcuni aspetti della storia originaria, e fidatevi, rimarrete sorpresi nell'apprendere tante curiosità, dai possibili scenari reali a cui gli autori si sono ispirati, alle diverse versioni della stessa favola, più cruenta in alcuni casi, di come poi è giunta a noi.
Tante piccole accortezze quelle messe in campo da Alice Chimera, che rendono il romanzo molto godibile e di facile lettura, insomma ragazze, arriverete all'ultima pagina senza nemmeno renderene conto. 
In fondo noi tutte, paragonando la nostra vita a quelle che abbiamo sempre letto nelle favole, ci siamo chieste: perché a loro si e a noi no? Perché non possiamo avere anche noi il nostro happy ending? 
Quindi lasciatemelo dire, un po' ho goduto leggendo le loro vite rovinate e intaccato dalla dura realtà delle cose!


Approfondimento Biancaneve

La storia di Biancaneve è forse quella che Alice Chimera rende più umana, più verosimile. 
Non sto qui a raccontarvi la favola, è una storia immortale, conosciuta da tutti, ma cosa accade dopo che Grimilde muore e che Biancaneve sposa il suo principe azzurro? 
Ecco, dopo l'happy ending, Biancaneve si scontra con le sue debolezze, e avvolta da una sorta di disturbo post traumatico da stress, si sente sopraffatta proprio da quel frutto, la mela, che in qualche modo l'ha condatta all'amore.
E così, il frutto diviene ossessione e tormento, che condiziona non solo la sua vita ma anche quella del suo sposo e dell'intero regno. 
Se si avvelenanuna mela, non si può ignorare che i suoi semi presto o tardi faranno nascere un raccolto di veleno e pestilenza. 
Ma conosciamo davvero la fiaba di Biancaneve e la suo origine? 
Io pensavo di sì, ma mi sono dovuta ricredere, ecco a voi alcune curiosità: 
Biancaneve, nota anche come Biancaneve e i sette nani (titolo tedesco: Schneewittchen), è una fiaba popolare europea. La versione attualmente conosciuta è quella scritta dai fratelli Jacob e Wilhelm Grimm in una prima edizione nel 1812, pubblicata nella raccolta Kinder- und Hausmärchen (Fiabe dei bambini e del focolare). 
I fratelli Grimm trascrissero la fiaba di Biancaneve così come era raccontata nella tradizione orale in Germania. Tuttavia dalla prima versione del 1812 alla settima del 1857 i cambiamenti furono consistenti. Quello principale riguarda la figura della madre: nelle fiabe dei Grimm, dove la madre si mostra invidiosa dei propri figli e manifesta degli istinti infanticidi, essa viene fatta morire e sostituita con una matrigna cattiva. Altri elementi disturbanti che vengono edulcorati riguardano il desiderio cannibale di mangiare la bambina e il desiderio necrofilo del principe.
(Fonte:Wikipedia)

Già perché originariamente nella favola è proprio la madre biologica quella che tenta per ben tre volte di uccidere Biancaneve, gelosa della bellezza e delle virtù della giovane. 
Così come diversa nelle varie versioni, è il risveglio di Biancaneve e la morte della madre e/o della matrigna. 

Tante invece sono le teorie che vedono il personaggio e la storia di Biancaneve ispirata a fatti realmente accaduti:
Nel 1986, ad esempio, il ricercatore Karl-Heinz Barthels rese pubblica la sua tesi secondo la quale Biancaneve sarebbe stata in realtà Maria Sophia Margaretha Catharina von Erthal, nata a Lohr nel 1725 e figlia di un importante magistrato e rappresentante del Principe Elettore tedesco. La nobile aveva perso la madre in età giovanile e suo padre si era risposato con Claudia Elisabeth von Reichenstein, che aveva usato la sua nuova posizione sociale per favorire i suoi figli di primo letto, a scapito della von Erthal. Questa sarebbe stata addirittura costretta a lasciare il palazzo per vivere nei boschi lì attorno; nella zona, peraltro, erano presenti molte miniere, nelle quali, data la ristrettezza dei cunicoli, lavoravano persone di statura molto bassa o addirittura bambini: da questo elemento sarebbero derivati i sette nani. La ragazza morì di vaiolo pochi anni dopo; probabilmente l'avversione dei suoi concittadini per la matrigna inasprì la figura di quest'ultima a vantaggio di Maria Sophia, dipinta come una martire; la sua storia venne tramandata oralmente in forme simili a quella poi raccolta dai Grimm, che attualmente conosciamo. Il castello dei von Erthal è tuttora un'attrazione turistica, e ai visitatori viene mostrato il cosiddetto "specchio parlante", che il padre di Maria Sophia avrebbe regalato alla matrigna: si tratta di un giocattolo acustico in voga nel '700, in grado di registrare e riprodurre le frasi pronunciate da chi si specchiava. Esso sarebbe alla base dello Specchio Magico della matrigna.
Un'altra teoria, pubblicata dallo storico Eckhard Sander nel 1994, vedrebbe invece la Biancaneve originale in Margaretha von Waldeck, nata a Bruxelles nel 1533: la ragazza sarebbe stata l'amore giovanile di Filippo II di Spagna, ma fu tolta di mezzo a ventuno anni dalla polizia segreta del re, che vedeva nella loro unione un possibile impedimento ai matrimoni combinati delle case regnanti. Margaretha fu uccisa con del veleno. Anche in questo caso sembrano esserci numerose corrispondenze tra fiaba e realtà: a parte la vicenda della donna (anche lei orfana di madre in giovane età e affidata a una matrigna), suo padre, il conte Filippo IV di Waldeck, gestiva nella zona di Bruxelles diverse miniere, dando vita alla figura dei nani come nella teoria di Barthels. A questi elementi si aggiungerebbe anche la figura dello Stregone dei Meli, una sorta di "Uomo Nero" del folklore locale, la cui presenza viene utilizzata per suggestionare i bambini e spingerli a non rubare dai frutteti altrui: lo Stregone sarebbe infatti in grado di avvelenare le mele per causare nei bambini-ladruncoli lancinanti dolori di gola e di stomaco. La sovrapposizione delle credenze locali con la storia di Margaretha avrebbe dato vita alla storia di Biancaneve.
(Fonte:Wikipedia)

Queste e tante altre sono le curiosità che ho scovato sul web, un'altra altrettanto affascinate è riportata alla fine del racconto a lei dedicato dall'autrice, che ci racconta il significato della famosissima mela della Apple, per scoprirla però, vi rimando alla lettura del romanzo. 
Che dire ragazze, non si finisce mai di imparere, e voi, conoscevate tutti questi retroscena? 
Fatemelo sapere e mi raccomando, leggete "Il giorno dopo il lieto fine", non ve ne pentirete! 

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