13 ottobre 2020

TERRAMARINA - TEA RANNO - MONDADORI


Buongiorno lettori, oggi In punta di carta partecipa al Review Party di Terramarina di Tea Ranno, in uscita oggi grazie a Mondadori... scopriamolo insieme!

IL ROMANZO


Titolo:
 Terramarina

Autore/Autrice: Tea Ranno
Editore: Mondadori
Data di uscita: 13 Ottobre 2020
Genere: Narrativa Contemporanea
Pagine: 288
Prezzo cartaceo: 18,50€
Prezzo ebook: 9,99€
Link di acquisto: Amazon

È la sera della vigilia di Natale e Agata, che in paese tutti chiamano la Tabbacchera, guarda il suo borgo dall'alto: è un pugno di case arroccate sul mare che lei da qualche tempo s'è presa il compito di guidare, sovvertendo piano piano il sistema di connivenze che l'ha governato per decenni e inventandosi una piccola rivoluzione a colpi di poesia e legalità. Ma stasera sul cuore della sindaca è scesa una coltre nera di tristezza e "Lassitimi sula!" ha risposto agli inviti calorosi di quella cricca di amici che è ormai diventata la sua famiglia: è il suo quarto Natale senza il marito Costanzo, che oggi le manca più che mai. E, anche se fatica ad ammetterlo, non è il solo a mancarle: c'è infatti un certo maresciallo di Torino che, da quando ha lasciato la Sicilia, si è fatto largo tra i suoi pensieri. A irrompere nella vigilia solitaria di Agata è Don Bruno, il parroco del paese, con un fagotto inzaccherato tra le braccia: è una creatura che avrà sì e no qualche ora, che ha trovato abbandonata al freddo, a un angolo di strada. Sola, livida e affamata, ma urlante e viva. Dall'istante in cui Luce - come verrà battezzata dal gruppo di amici che subito si stringe attorno alla bimba, chi per visitarla, chi per allattarla, vestirla, ninnarla - entra in casa Tabbacchera, il dolore di Agata si cambia in gioia e il Natale di Toni e Violante, del dottor Grimaldi, di Sarino, di Lisabetta e di tutta quella stramba e generosa famiglia si trasforma in una giostra. Di risate, lacrime, amurusanze, tavole imbandite, ritorni, partenze e sorprese, ma anche di paure e dubbi: chi è la donna che è stata capace di abbandonare ai cani il sangue del suo sangue? Starà bene o le sarà successo qualcosa? Cosa fare di quella picciridda che ha già conquistato i cuori di almeno sette madri e cinque padri?

RECENSIONE

È la vigilia di Natale del 1998 e la neve candida scende su un piccolo paese siciliano. La “sindaca” Agata guarda il borgo dall’alto totalmente immersa nel dolore e nel bisogno di solitudine. È il quarto Natale senza il marito Costanzo, morto precocemente a causa di un infarto e, mentre l’allegria natalizia dei suoi concittadini sembra colorare ogni strada, la tristezza tiene in ostaggio il suo cuore confuso. Agata sta vivendo i sentimenti contrastanti che molti si trovano ad affrontare dopo un lutto: sente la necessità di lasciarsi il dolore alle spalle per ritornare a vivere ma, allo stesso tempo, è schiacciata dal senso di colpa per quei pochi momenti di gioia che pensa di non meritare.
“Lassatimi sula” risponde a chi la invita per la cena della Vigilia, perché questa è la reazione lecita di chi ha perso una persona cara: ci si sente fuori luogo durante una festa, si avverte il bisogno di piangere, di disperarsi, di avvolgersi le braccia intono al corpo e consolarsi da soli. Ma Agata ha un altro motivo per essere triste. Un maresciallo torinese si è insediato lentamente nel suo cuore riempendolo di desiderio e paura, una paura che Agata non sa gestire e che porta l’uomo a fraintendere le sue intenzioni e tornare a Torino. 
Agata combatte una guerra silenziosa tra il sentimento che prova per lui e quello per il marito defunto.
Nervosa era. Inquieta. «Ma puoi amare due uomini contemporaneamente? Uno di carne e uno di spirito?»
La vita di questa donna s’intreccia a quella degli abitanti del paese. 
La bravura di Tea Ranno emerge chiaramente nel processo di creazione di questi personaggi che hanno un ruolo preciso all’interno di una trama ricca di colpi di scena e momenti commoventi. Chi ha letto l’Amurusanza, oltre a riconoscere i luoghi e le atmosfere, ritroverà anche gli amici di Agata, la gente onesta che l’ha voluta come sindaco e che ha dato fiducia al suo progetto di ristabilire la legalità “a colpi di poesia”. Sono umili e sognatori, assolutamente reali e dotati di grade personalità, seguono il cuore, i sentimenti, sono portatori di amurusanza. E mentre ognuno di loro vive gli alti e bassi della vita, ecco che un evento agita la tranquillità del posto. Lori, una ragazza minorenne e incinta, arriva in paese per caso, come spinta da una forza esterna. Partorisce proprio la notte di Natale, da sola in mezzo a una strada e, dato che a Natale spesso accadono i miracoli, è Don Bruno, il parroco del paese, a trovare la piccola e a cercare aiuto per le prime cure. 
Le vicende narrate da questo punto della storia tengono con il fiato sospeso. Chi è Lori? Quale segreto nasconde? Ogni persona coinvolta nel suo ritrovamento deve prendere una posizione e assumersi le responsabilità della propria decisione. 
Come spiegare che non sempre ciò che è contra legem è necessariamente ingiusto, che c’è un diritto non scritto che attinge all’umanità, e quella è difficile da codificare, da incapsulare in una norma.
Nel coraggio di Lori ho ritrovato la voglia di riscatto che accomuna tanta gente vittima d’ingiustizia, nelle persone che la proteggono ho visto il simbolo del bene che vince sul male, della vita che vince sulla morte, si rigenera, continua in forme diverse, della fede che ci accompagna lungo la strada per Terramarina, il luogo in cui c’è la casa in cui ognuno di noi può andare quando non è sveglio e neppure dorme. Mi è piaciuto molto questo libro che ha riportato alla mia memoria alcuni ricordi del mio passato vissuto in un piccolo paese siciliano in cui tutto profuma di autenticità. Ho ritrovato tanta realtà, la perfetta descrizione delle contraddizioni di una terra che amo e che come tanti ho dovuto lasciare: la corruzione, l’omertà, la sete di potere, ma anche l’altruismo delle persone oneste, il senso di fratellanza e di solidarietà, la rivoluzione di chi vuole cambiare il sistema per vivere onestamente. 
E mentre gli altri ridono – che Giocoforza in bocca a Motta è parola ca proprio nun si posèntiri –, Violante veste la bambina: tutta di celeste ’sta figghia che spande luce, così come luce spande la casa della Tabbacchera, che fino a un’ora fa era un pozzo d’ombra e ora sfavilla come un faro che si vede fin da laggiù, fino dal mare, a far capire che porto siamo, signori miei, porto che si fa madre, che accoglie e non rigetta, che apre e non si chiude, che abbraccia e sfama a dispetto dei canazzi che ringhiano di chiusure e di cesure e di leggi a sfratto, intanto che la vita se la gioca con la morte – e perde – in mezzo a un mare assassino.
Delicato ed elegante lo stile di scrittura, impeccabile la trama, bellissima la storia e commovente il finale che fa riflettere sul senso della vita e sul valore che diamo a ogni singolo giorno. 

1 commento:

  1. Bellissima recensione... emoziona.
    Immagino sia dovuto alla potenza emotiva del romanzo.

    RispondiElimina