Bentornati lettori, abbiamo letto La storia che volevamo di Marion Seals, pubblicato dalla Hope Edizioni. Il tema della diversità è sempre attuale e Marion Seals ce ne parla nel suo ultimo lavoro, raccontandoci una storia particolare in modo delicato e creando due personaggi che vi faranno riflettere sui concetti di forza interiore e autostima.
IL ROMANZO
Titolo: La storia che volevamo
Autore/Autrice: Marion Seals
Editore: Hope Edizioni
Data di uscita: 20 Settembre 2019
Genere: Contemporary Romance
Pagine: 481
Prezzo cartaceo: 14,90€
Prezzo ebook: 3,99€
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"Il avevo un unico obiettivo: giocare a football. Ero grosso e cattivo, veloce e coordinalo, intelligente e determinato. Ecco perché risultavo un vincente, perché non permettevo a niente e a nessun di ostacolarmi". La cosa che Gregory "Ego" Madden desidera di più nella vita è vincere il campionato con i California Bears, diventare il più famoso wide receiver della storia e riscattare un passato da emarginato. Il suo innato talento potrebbe garantirgli un futuro di successo e denaro, se solo fosse capace di controllare la rabbia che lo divora. "Io ero strana, non sapevo socializzare, ma ero brava in ciò che facevo, io non ero spazzatura, lo avevo dimostralo a loro e a me stessa, soprattutto. Il fatto che non lo urlassi al mondo, che non lo esprimessi con rabbia e aggressività, non significava che fosse meno vero." La cosa che Dawn Riddle desidera di più nella vita è laurearsi e poi specializzarsi in Paleontologia. Ha sempre preferito la compagnia dei libri a quella dei suoi coetanei e ha potuto frequentare l'università solo grazie a una borsa di studio. Nella sua vita, segnata dal dolore e dalle rinunce, non c'è spazio per niente altro. Solo tra le braccia del buio, la luce risplende. Questa è la storia del loro incontro.
RECENSIONE
Essere fisicamente diversi spesso comporta il dover accettare occhiate di curiosità, di scherno e sentimenti di pena. Lo sa bene Dawn Riddle, studentessa affetta da albinismo e con seri problemi di vista. Il bianco della sua pelle e dei suoi capelli, il colore violetto degli occhi, attirano da sempre l’attenzione di tutti causando reazioni diverse e raramente l’indifferenza. Negli ambienti affollati di studenti dell’università di Berkeley, Dawn incrocia persone con vite diverse dalla sua e decide di restarne ai margini.
Io non c’entravo niente con tutti quei chiassosi studenti o solo con il fatto di essere giovane e spensierata come loro.
È difficile per Dawn fidarsi di qualcuno, stringere amicizie, confrontarsi e a volte anche far valere un suo diritto. Preferisce abbassare la testa piuttosto che discutere, subire uno sgarbo invece di ribellarsi. L’incontro con l’egoista e manipolatore Ego, wide receiver dei Bears, è un imprevisto che non era contemplato nei suoi piani. Ego è bello, forte, popolare, intimidatorio. Entrambi hanno alle spalle un passato difficile che l’autrice svela gradualmente attraverso dei flashback strategicamente collocati, che creano la giusta suspense; entrambi hanno un sogno che potrebbe riscattarli e non rendere vano ogni sacrificio fatto.
Diverse invece sono le modalità con cui Dawn e Ego cercano la loro strada: se Dawn sacrifica ogni momento libero per lo studio, Ego sfrutta qualsiasi occasione per ottenere benefici personali, incurante dei sentimenti provati dagli altri, del loro volere, del loro dolore. Il suo rapporto con Dawn non farà eccezione e se almeno all’inizio, Ego è mosso da curiosità, successivamente tenterà di sfruttare l’innocenza e l’ingenuità di Dawn per ottenere quello che vuole. L’evoluzione della storia porta a un ribaltamento dei personaggi, del loro ruolo e del loro carattere.
Essere forti vuol dire non scendere a compromessi con i propri valori e forse in un mondo che sgomita per ottenere attenzioni, il silenzio di chi sceglie di credere in se stesso e di proseguire con le proprie forze, lascia un’eco a cui è impossibile restare indifferenti.
Marion Seals ha creato un personaggio femminile caratterialmente forte e coerente, la cui purezza non è mai sdolcinata, ma reale, come la sua influenza su Ego.
Per l’ultima volta mi concessi di avere pietà di lui, di quel ragazzino abbandonato costretto a badare a se stesso, ma che invece di imparare il rispetto per la sofferenza aveva scelto di stare dalla parte dei carnefici.
Al contrario di molti libri del genere, ho trovato invece che l’atteggiamento di Ego peggiorasse verso la fine della storia: all’inizio del libro avevo percepito una certa umanità nei suoi ragionamenti, la presenza di un piccolo scrupolo che poi scompare del tutto. Non so se questo effetto fosse previsto dall’autrice ma l’impressione che ho avuto è che Ego è riuscito a fregare anche a me. Nonostante il suo pessimo comportamento, questo ragazzo rotto e ferito, inconsapevolmente avrà qualcosa da insegnare a Dawn: essere diversi vuol dire essere unici!
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