Bentornati Readers, pensavate che per oggi fosse finita? Ho ancora un libro di cui parlarvi, poi giuro, vi lascio in pace!
Esce oggi infatti, sempre per Mondadori, l'ultimo romanzo di Marina Di Guardo, "Nella buona e nella. Cattiva sorte", un thriller particolare che sfocia nello psicologico, toccando temi importanti e di forte impatto emotivo.
IL ROMANZO
Titolo: Nella buona e nella cattiva sorte
Autore/Autrice: Marina Di Guardo
Editore: Mondadori
Data di uscita: 24 Novembre 2020
Genere: Gialli e Thriller
Pagine: 288
Prezzo cartaceo: 18,00€
Prezzo ebook: 9,99€
Link di acquisto: Amazon
Irene, giovane illustratrice di talento, vive da anni ostaggio del marito Gianluigi, manager geloso e violento, convinta, come tante altre vittime di violenza domestica, di meritarsi la semi-segregazione a cui lui la costringe a forza di minacce e lividi. All'indomani dell'ennesimo litigio, grazie al sostegno di Alice - l'amica d'infanzia trapiantata a Londra - Irene trova finalmente il coraggio di ribellarsi: mentre il marito è al lavoro, carica in macchina la loro piccola figlia Arianna e scappa da Milano, per correre verso un piccolo paese di provincia nella casa in cui è cresciuta e che i genitori le hanno lasciato in eredità. Gianluigi però la rintraccia prima del previsto, e le ordina di tornare in città, preannunciando ritorsioni - non solo da parte dei suoi avvocati. Irene sente le forze già esili cedere, ma nel paese scopre insperati alleati: un'anziana vicina di casa, un negoziante che forse ha un debole per lei... Purtroppo, inquietanti incidenti minacciano presto la sua fragile serenità. Irene nonostante tutto cerca faticosamente di rimettere insieme i cocci della sua vita, ma tutto precipita quando chi dovrebbe proteggerla da Gianluigi viene ritrovato brutalmente assassinato...
RECENSIONE
Marina Di Guardo è nata a Novara ma ha origini siciliane. Vive tra Cremona e Milano. Prima di dedicarsi alla scrittura, ha lavorato come vicedirettrice dello showroom di Blumarine. Ha esordito nella narrativa con il romanzo L’inganno della seduzione (Nulla Die, 2012), poi seguito da Non mi spezzi le ali (Nulla Die, 2014). Si misura per la prima volta con il genere thriller nel 2015, quando pubblica nella collana digitale ZoomFiltri di Feltrinelli, curata da Sergio Altieri, Bambole gemelle. Con Mondadori ha pubblicato i thriller Com’è giusto che sia (2017), opzionato per una serie televisiva, e La memoria dei corpi (2019), i cui diritti cinematografici sono stati acquistati da una casa di produzione americana. La memoria dei corpi è stato pubblicato in Grecia, in Polonia e presto uscirà anche in Brasile e in altri Paesi.
È la prima volta che approccio ad un romanzo della Di Guardo, e ammetto che forse, sono stata vittima dei pregiudizi e delle dicerie che girano attorno alla sua persona.
Perché Marina Di Guardo non è solo una brillante scrittrice ma è anche la madre della famosissima Chiara Ferragni, nota influencer e imprenditrice.
È però innegabile il talento di questa donna come autrice.
In un solo romanzo infatti è stata capace di trattare argomenti delicati e considerevoli, come la violenza domestica e la schizofrenia, trasformando una trama che sembrava scontata in un thriller dalle tinte dark e dai risvolti psicologici inaspettati.
Al centro di tutto, la vita di Irene, che stanca delle violenze subite dal marito, e sotto il consiglio della preziosa amica Alice, si allontana con la figlia Arianna dalla patinata ed agiata vita di Milano, per tornare alle origini, in quella casa che l'ha vista crescere bimba solitaria alle prese con una madre assente e affetta da schizofrenia e con un padre amorevole, che si prodiga a colmare le mancanze della madre.
Non sarà facile, così come lo è per qualsiasi donna vittima di violenza domestica, donne consapevoli ma soggiogare dall'amore e dall'affetto per una famiglia forse inesistente, donne dal carattere fragile, abituate ad addossarsi la colpa di azioni ignobili.
È questa la situazione di Irene, che con il solo aiuto di Lucia, vecchia vicina di casa della famiglia, dovrà fronteggiare gli attacchi del marito, Gianluigi, restio ad abbandonare il potere che genera sulla moglie e sulla figlia.
Irene ci prova con tutta sé stessa, si prodiga affinché Arianna non subisca gli effetti del distacco forzato dal padre e dagli affetti più cari, tenta persino di approcciarsi nuovamente al genere maschile con nuovo slancio e determinazione, per ricostruire una vita segnata dal dolore e dall'abbandono.
Ma una serie di inquietanti incidenti, colpiscono lei e le sue nuove amicizie, minano il difficile cammino verso la serenità, scoperchiando un vaso di pandora assolutamente inaspettato e impensabile.
Vi avviso, nulla in questo romanzo è scontato, e se pensate di aver subito chiaro chi sia il cattivo della situazione, vi sbagliate di grosso.
Il romanzo parte da una mera analisi di una caso tipo di violenza domestica per trasformarsi in un vero e proprio thriller psicologico, dai contorni oscuri e machiavellici, inaspettati e assolutamente strabilianti.
Unica pecca, che forse ha limitato la mia esperienza di lettura è la velocità con cui si svolgono gli eventi, troppo frettolosi, troppo serrati per creare un minimo di empatia e di pathos.
Tutto questo danneggia un po' la storia, soprattutto dal punto di vista emotivo, che mi aspettavo più coinvolgente e appassionante ma non intacca però il messaggio, forte e simbolico racchiuso all'interno del romanzo.
Quale? Beh, ovviamente la denuncia, unica arma a disposizione delle donne per non soccombere alla violenza di soggetti a cui è impossibile accostare la parola uomini, e poi... Mmm il resto dovrete scoprirlo da voi, perché qui scivoliamo nel cosiddetto spoiler, quindi mi fermo qui.
Vi lascio però con un piccolo indizio: siete davvero sicuri di saper riconoscere il carnefice dalla vittima?
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