27 marzo 2021

AMATO - MARCO BONAVITA - LEONE EDITORE


Buongiorno Readers, oggi parliamo dell'esordio lettario in casa Leone Editore di Marco Bonavita e del suo "Amato". 
Un romanzo ricco di storia e di vita vissuta, intenso, emozionante ma soprattutto vero! 

IL ROMANZO


Titolo:
 Amato

Autore/Autrice: Marco Bonavita
Collana: Sàtura
Editore: Leone Editore
Data di uscita: 25 Febbraio 2021
Genere: Narrativa Contemporanea
Pagine: 528
Prezzo cartaceo: 14,90€
Prezzo ebook: -
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La vita di Amato De Santis non è mai stata semplice. Nasce nella povertà, nel minuscolo centro pugliese di Torre Mileto. Giovanissimo, è arruolato dal governo fascista per la campagna del Nord Africa. Giunto in Libia, scopre gli orrori della guerra e ciò che essa può fare alla mente degli uomini. Viene catturato e giunge prigioniero in Inghilterra. Allo stesso tempo, però, la vita gli riserva amicizie profonde, come quella con il suo commilitone Piero, e amori intensi e travolgenti. Il suo cuore si dividerà tra la ragazza che ama fin dall’adolescenza, Concetta, e la bellissima dama inglese Lady Helen. Le vicende di Amato delineano la storia di un eroe profondamente umano: dallo sguardo disincantato e allo stesso tempo empatico, privo di illusioni ma pieno di sogni.

RECENSIONE

Marco Bonavita nasce a Milano nel 1977, ma le sue radici sono saldamente ancorate al sud.
Arriva alla scrittura per rispondere all'esigenza di dar voce alla storia della sua famiglia. 
Amato è il suo esordio letterario per Leone Editore.











L'autore di questo splendido romanzo ha voluto dare dignità alla vita di un uomo, suo nonno, che nella vita ha lottato ed è sopravvissuto ad una guerra brutale e tristemente nota. 
Ha voluto regalare a noi lettori una storia intensa, umana, divisa tra il prima e il dopo gli orrori vissuti durante la Seconda Guerra Mondiale, che nella vita del protagonista ha lasciato inevitabilmente strascichi indelebili. 
Marco Bonavita ci racconta appunto, la storia di Amato De Santis, che dal piccolo centro pugliese di Torre Mileto viene catapultato tra le fila dell'esercito fascista in Libia, in mezzo a una guerra che lo vedrà combattere a fianco del Generale Erwin Rommel e di soldati rassegnati e sconsiderati, contro il fuoco nemico e il caldo asfissiante dell'Africa.
Fame, paura, morte e poi la prigionia...
Fino a quel momento, dei cinquemila salati da Taranto verso la catastrofe, la sera del 7 marzo 1942, erano sopravvissuti solo in novantasei. 
Ad altre migliaia di soldati, che avevano donato i loro anni più belli all'esercito, il destino prese in ostaggio la vita a El Alamein, senza più restituirla. 
Un lungo viaggio che conduce Amato in Inghilterra, a Greenwoods, impiegato come prigioniero di guerra nelle terre di Lord Bloomsbury come stalliere.
Sono anni sereni, spensierati, sono gli anni in cui Amato ama, vive e immagina un futuro felice, il riscatto finalmente, alla miseria e agli stenti che hanno contraddistinto i suoi giorni.
Ma sono anche gli anni che cambieranno per sempre il suo essere, la sua visione innocente e priva di malizia del mondo, anni che condizioneranno il suo futuro e quello delle persone a lui care. 

Non voglio dirvi di più, la storia di Amato è talmente ricca di dettagli importanti e rivelatori che rischierei di fare spoiler e togliervi il piacere della lettura, che nonostante una mole importante di pagine scorre via veloce e leggera. 
Devo ammettere che la parte che si svolge in Africa risulta forse un po' pesante ma comprendo e apprezzo la voglia di Bonavita di dare dignità e significato a chi in quelle terre ha perso la vita, a un pezzo di storia che ahimè, ha visto l'Italia e gli italiani in prima fila. 
La parte più appassionate, quella che vi terrà incollati alla pagine del romanzo, si svolge a Greenwoods, nella tenuta dei Bloomsbury, croce e delizia per la vita futura di Amato. 
In parallelo alla storia di Amato, Bonavita ci racconta la storia di Lady Hellen Bloomsbury e di Concetta, personaggi cruciali e di grande impatto per Amato, ed è proprio per questo che ho evitato accuratamente di parlarvi di loro. 
Ci sarebbero ancora tante cose da raccontare, tante sensazioni ed emozioni che voglio proviate direttamente sulla vostra pelle, leggendo e scoprendo poco a poco, le incredibili vicende di questo eroe umano, così tanto mite e normale da poter descrivere qualcuno di vicino a voi, come un nonno appunto. 
Sulla scrittura di Bonavita non ho appunti da fare, è preciso, chiaro, con uno stile leggero, scorrevole e molto empatico, tanto da riuscire a vedere chiaramente attraverso gli occhi dello stesso protagonista. Sarà per questo e per la familiarità che avevo raggiunto con Amato, che concluso il romanzo ne ho sentito subito la mancanza, e forse il finale, per me dolce - amaro, ha contribuito a lasciarmi desiderosa di altre pagine, di saperne ancora di più, ma felice di aver comunque potuto leggere la storia interessante e intensa di Amato. 

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