Buon pomeriggio Readers, oggi torniamo a parlare di una vecchia conoscenza, il maresciallo Antonino Pilato, nato dalla penna di Salvo Di Caro, ricordate? Lo abbiamo conosciuto tempo fa ne Un caso qualunque, romanzo edito da Bookabook.
Adesso lo ritroviamo, sempre burbero e musone, ma in Il mio posto è altrove, edito da Augh!, in libreria dal 30 settembre.
IL ROMANZO
Collana: Ombre
Editore: Augh!
Editore: Augh!
Data di uscita: 30 Settembre 2021
Genere: Narrativa Poliziesca
Pagine: 134
Prezzo cartaceo: 14,00€
Prezzo ebook: -
Link di acquisto: Amazon
Genere: Narrativa Poliziesca
Pagine: 134
Prezzo cartaceo: 14,00€
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Nei pressi di Naro, piccolo comune dell’agrigentino, in una vecchia stazione abbandonata viene ritrovato il corpo senza vita di Sara Scaduto. La giovane donna, negli ultimi tempi, si era allontanata dal marito e dal loro bambino per trasferirsi a Canicattì. Per il maresciallo Antonino Pilato, che credeva di poter veleggiare verso la pensione nella tranquillità della provincia, arriva il momento di tornare in pista, chiamando in causa l’abilità dei pochi uomini a disposizione. Il filo conduttore dei tanti punti oscuri legati all’omicidio è da cercare nel passato e nelle conoscenze della vittima. Nello scenario di una Sicilia affascinante e multiforme, Pilato affronta un gioco di specchi e verità nascoste nel quale dovrà utilizzare le proprie capacità deduttive al massimo delle possibilità.
RECENSIONE
Ha esordito con il romanzo Un caso qualunque (bookabook, 2019), risultato finalista nell'anno di pubblicazione al festival "Giallo Garda" e vincitore, nel 2020, del Premio "Alessio Di Giovanni".
Curatore della rassegna AgrigentoNoir, è redattore del portale di gialli e noir Milano Nera".
Il mio posto è altrove ha Vito il primo premio nella sezione inedito del festival "Giallo Garda" 2020.
Ci troviamo sempre nella mia splendida Sicilia, esattamente a Naro, piccolo comune dell'agrigentino, ma se precedentemente, il maresciallo Pilato ha avuto a che fare con un traffico illecito di denaro e con lo sfruttamento di migranti, adoperati nei campi attraverso la secolare pratica del caporalato, oggi si trova di fronte al corpo martoriato e brutalizzato di una donna, uccisa per mano di un misterioso assassino.
Un omicidio inspiegabile, che non trova riscontro nell'ambito familiare della vittima e che apparentemente conduce ad una strada buia e senza uscita.
La vittima, Sara Scaduto, era una donna elegante e di una bellezza fuori dal comune, originaria della Russia, era stata adottata da una famiglia perbene del posto, e dopo la morte dei genitori aveva sposato l'avvocato Giovanni Francese, con cui aveva poi avuto un figlio, Ettore.
Da poco, aveva abbandonato marito e figlio, lamentando una strana e insolita stanchezza. Diceva di sentirsi sola, abbandonata a se stessa e stanca della vita in generale, una situazione singolare per una donna che ha appena avuto un figlio e che vive in condizione agiata.
Un rompicapo che irrompe nella tranquilla Naro e nella vita di Antonino Pilato in piena notte, a seguito di una telefonata anonima, che indica al maresciallo il luogo del ritrovamento del cadavere.
Quante volte quel lavoro lo aveva messo davanti alla cruda realtà. Erano davvero tante le situazioni nelle quali anche lui aveva fatto buon viso a cattivo gioco. Non sempre la legge è in grado di ottenere giustizia e di questo, suo malgrado, se ne era fatto una ragione.
Per Pilato scoprire la verità che si cela dietro la morte di Sara Scaduto diventa quasi un'ossessione, scava nel passato della vittima e di ogni persona vicina a essa, fino a quando risale a un nome, Liev Morozov, un russo arruolatosi nel 1995 nell’esercito e inviato in Cecenia a combattere contro i separatisti di Dudaev, noto delinquente dedito al traffico di
stupefacenti e indagato dai vicini colleghi di Enna per un giro di prostituzione di altro bordo.
I due casi sembrano essere collegati ma molte cose non tornano, e la trama è molto più intricata e fitta di quanto si possa pensare.
Una vera e proprio sfida per Pilato, che lo porta a tante e svariate riflessioni, esposte dall'autore in maniera magistrale: la natura, o meglio, la visione che sia ha degli uomini siciliani, il tradimento, la famiglia, l'amore e la sua trasformazione, da quello giovanile a quello maturo, e tanto altro.
In piena maturità l'amore non ha quasi bisogno delle parole, bastano gli sguardi per capire come e cosa si deve fare e poi ci sono i respiri. Ancora più discreti, ma allo stesso tempo concreti.
Tutte riflessioni accurate, esposte citando anche grandi classici della letteratura russa e italiana; tutto senza perdere il guizzo poliziesco che contraddistingue la penna di Salvo Di Caro, che con il suo protagonista, verace e passionale, ricorda e omaggia il grande maestro Andrea Camilleri.
Un protagonista che ho trovato, questa volta, molto più maturo, più presente a se stesso ma soprattutto più umano, con tutto il suo carico emotivo e personale a farne da contorno.
Devo essere sincera, sentire le parole Russia, esercito e guerra, in questo particolare periodo storico, è stato un colpo al cuore, uno strano e bizzarro scherzo del destino; come se la realtà volesse in qualche modo irrompere nella fantasia a cui noi lettori ci affidiamo per smettere di pensare ed evadere da ciò che ci circonda.
A riportarmi però con i piedi per terra e accanto al grande Pilato ci ha pensato l'autore, con le descrizioni dei meravigliosi scorci siciliani e dei tanti luoghi che tante volte ho attraversato, persa tra le bellezze di una terra indescrivibile a parole.
Spero vivamente che le avventure di Pilato non siano terminate, d'altronde c'è ancora tempo per la pensione, no?
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